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I caratteri fondanti di una organizzazione aziendale che ogni imprenditore dovrebbe seguire

Dott. Domenico Merlino – Senior Partner Link Audit

L’emancipazione economica di una nazione si raggiunge attraverso forme organizzate di successo in grado di creare, gestire e distribuire la ricchezza prodotta. La storia ci ha sempre consegnato forme di organizzazione e di governance di vario tipo. Esperienze diverse attraverso le quali si delinea la catena di comando e di controllo delle attività umane, in sintesi: repubblica, monarchia e dispotismo.

Partendo dalla teoria della separazione dei poteri, saranno passati in rassegna i caratteri fondanti di una organizzazione aziendale che ogni imprenditore dovrebbe seguire per definire l’assetto organizzativo in modo adeguato alle dimensioni aziendali. Il Codice Civile Italiano, di recente riformato, all’articolo 2086 “Gestione dell’impresa”, stabilisce specifici obblighi in merito alla catena di comando dell’impresa, facendo una precisa distinzione tra l’imprenditore non collettivo ed imprenditore collettivo. In particolare nel caso di imprenditore non collettivo la citata norma al comma 1 recita: “L’imprenditore è il capo dell’impresa e da lui dipendono gerarchicamente i suoi collaboratori”. E’ chiaro quindi che nel caso di impresa non collettiva, la responsabilità della gestione dell’impresa è identificata in prima battuta nel titolare stesso. Certo è, che qualsiasi soggetto che svolge attività di impresa ha la naturale necessità di strutturare una organizzazione, ma sotto il profilo delle responsabilità, l’imprenditore individuale ha meno incombenze di formalizzare la sua organizzazione.

Diverso è invece il caso dell’imprenditore collettivo, infatti la citata norma al comma 2 recita “L’imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale”.

Tradotto, qualsiasi attività di impresa esercitata in modo collettivo richiede una evidenza, aggiungerei documentale, in merito alla istituzione di un “assetto organizzativo, amministrativo e contabile”. Questo assetto deve essere anche in grado di rilevare tempestivamente la crisi di impresa e la perdita di continuità aziendale.

Nelle pagine che seguono saranno trattati gli aspetti caratterizzanti un adeguato assetto organizzativo.

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Adeguati assetti Organizzativi

CERTIFICARE I BILANCI E RIDURRE IL RISCHIO CORRUTIVO NEGLI ENTI PUBBLICI DELLA SANITA’ TRA PROCEDURE E SISTEMI INFORMATICI

Dott. Giorgio Di Benedetto – Associate Link Audit

“I processi di controllo interno e di gestione del rischio corruttivo devono essere progettati ed attuati tenendo presente le loro principali finalità, ossia favorire, attraverso misure organizzative sostenibili, il buon andamento e l’imparzialità delle decisioni e dell’attività amministrativa e prevenire il verificarsi di eventi corruttivi”.

Efficacia ed efficienza nei controlli interni ed esterni presso gli Enti Pubblici in generale e le Aziende del servizio sanitario in particolare, sono sinonimo di corretta applicazione di processi e procedure amministrativo-contabili e gestionali e contestuale ampia implementazione di sistemi informativi informatizzati che accrescano sicurezza, percorribilità, documentazione delle azioni poste in essere e dei controlli svolti, facilitando anche il Revisore Legale nell’emissione del proprio giudizio annuale sui bilanci dell’Ente.

La cultura della legalità in materia di controlli interni e trasparenza di diversi Enti pubblici della sanità ha trovato in questi mesi la propria strada maestra nell’implementazione, accompagnata da esperti di auditing, d’innovativi processi di controllo supportato da efficaci piattaforme informatiche, progettate in modo conforme alle disposizioni normative che lascino poco spazio alla discrezionalità e tendano ad  inibire comportamenti difformi alle azioni previste nelle procedure aziendali in uso, facilitandone l’applicazione, a beneficio sia della Direzione che di tutti gli attori chiave del controllo dell’Ente.

In conclusione, solo quando le attività di controllo interno ed esterno di un Ente Pubblico riescono ad incontrare efficaci ed efficienti sistemi informatici e compravate professionalità di auditing è realmente possibile riprodurre anche nella Pubblica Amministrazione tutte le condizioni ottimali a ridurre i rischi di errore, frode, corruzione e poca trasparenza nei comportamenti e nell’elaborazione dei dati e valori di bilancio.

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CERTIFICARE I BILANCI E RIDURRE IL RISCHIO CORRUTIVO NEGLI ENTI PUBBLICI DELLA SANITA’ TRA PROCEDURE E SISTEMI INFORMATICI

I BENEFICI DEI CONTROLLI ESTERNI IN AZIENDA TRA COLLEGIO E SOCIETÀ DI REVISIONE

Dott.ssa Dorsiana Chiossone – Associate Link Audit

“La funzione economica, sociale e giuridica nella revisione non è quella di garantire l’assoluta ed incondizionata attendibilità del bilancio di esercizio, ma è, piuttosto quella del tenere sufficientemente alto il livello di fiducia che ogni stakeholder può riporre nella credibilità dei valori di bilancio e dell’informativa complementare; livello che si intende garantito dai profili di etica, indipendenza, professionalità, responsabilità domandati alla figura del revisore.” – Prof. Paolo Moretti

Il Paper intende fornire un utile spunto di riflessione agli imprenditori delle piccole e medie imprese per meglio comprendere e valorizzare le peculiarità ed il funzionamento degli organi di controllo esterno a cui, alla luce delle recenti novità normative, si dovrà fare sempre più spesso ricorso in azienda.

Anche dai momenti bui e di crisi d’impresa, un imprenditore accorto e in grado di poter contare su validi e preparati esperti del controllo esterno, potrà uscirne vincitore. Posto che per scongiurare il fallimento delle imprese italiane non ci si può limitare a risolvere alcuni problemi, il legislatore ha deciso di riformare la normativa, prevedendo un maggiore e più tempestivo coinvolgimento sia del Collegio Sindacale che della Società di Revisione. Sono questi gli attori del controllo esterno che avranno l’importante responsabilità di sensibilizzare il Management nell’adozione di tutte le migliori soluzioni possibili: solo se si possiede un modello di controllo interno ed esterno ben costruiti e realmente efficace ed efficiente rispetto alle reali necessità, si potrà essere capaci di prevenire e ove necessari gestire il sopraggiungere dei rischi.

Tale processo di riordino legislativo, ha portato a considerare sotto una nuova luce la materia della crisi d’impresa: non si parla più di fallimento ma di liquidazione giudiziale; per l’imprenditore fallito non si pronuncia più la parola “disonore” ma in determinati casi e al verificarsi di alcune condizioni, si parla di prevenzione e/o nei casi peggiori di riabilitazione per riprendere a fare impresa.

Da qui, l’importanza di dare il giusto valore al ruolo del Revisore Legale che assurge a figura primaria proprio per la sua abilità di intercettare e ben interpretare tutti i segnali di crisi e difficoltà, al fine di consentire all’imprenditore di adottare tempestivamente le azioni correttive più idonee per scongiurare la liquidazione giudiziale e risanare l’Azienda.

Pertanto, volendo andare oltre la visione “stereotipata” di mero e freddo controllore che si è soliti attribuire al Revisore Legale, a queste professionalità il legislatore italiano è tornato ad attribuire quella importante ed insostituibile funzione sociale per le aziende a cui, con senso di responsabilità, etica, indipendenza e scetticismo, è richiesto di affiancare l’impresa per tutelare gli interessi di tutti gli stakeholder.

Al Collegio Sindacale o al Sindaco Unico di una S.r.l. compete il dovere di vigilare sull’osservanza della legge e dello statuto, sul rispetto dei principi di corretta amministrazione ed in particolare sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile adottato dalla società e sul suo concreto funzionamento; mentre all’incaricato della Revisione Legale compete il dovere di esprimere con apposita relazione, un giudizio sul bilancio di esercizio e consolidato ove redatto, e verificare nel corso dell’esercizio la regolare tenuta della contabilità sociale e la corretta rilevazione dei fatti di gestione nelle scritture contabili.

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I BENEFICI DEI CONTROLLI ESTERNI IN AZIENDA TRA COLLEGIO E SOCIETÀ DI REVISIONE

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