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Riformare la pubblica amministrazione partendo dai controlli interni

“Riformare la Pubblica Amministrazione partendo dai controlli interni”

di Dott.ssa Martina Cantafia – Associate Link Audit

Il Paper affrontato il tema dell’adozione dei sistemi di controllo interno e della funzione di Internal Auditing, focalizzandosi in modo particolare sul settore pubblico. Tale funzione, nello scenario attuale, viene considerata sempre più come un requisito di buon governo delle aziende, con l’obiettivo di perseguire maggiori livelli di efficienza, efficacia, trasparenza e accountability.

Nell’attuale contesto estremamente volatile, incerto, complesso e ambiguo in cui è necessario impiantare un sistema di controllo interno e gestione dei rischi (SCI) che sia efficace e quindi capace di prevenire, identificare e correggere tempestivamente qualsiasi tipo di errore quantitativo o qualitativo, l’internal auditing diventa una funzione prioritaria per le aziende private e per le amministrazioni pubbliche, ricoprendo il ruolo di consulente strategico aziendale al fine di fornire al top management una ragionevole certezza circa il raggiungimento di una accettabile livello di sicurezza garantito dalla efficace funzionamento del sistema di controllo interno con appositi audit interni a certificazione dei processi.

Si ritiene infatti che sistemi di controllo interno maggiormente adeguati ed integrati nello specifico contesto organizzativo possano, anche in ambito pubblico, contribuire positivamente a regolamentare le attività operative e a favorire il buon governo mettendo ordine in un contesto sovraccarico di burocrazia. Un’esigenza fondamentale per il settore pubblico è quella di agire in modo etico, ovvero avendo come riferimento principale l’interesse pubblico generale, prevenendo i fenomeni corruttivi e proteggendo le risorse pubbliche dalla cattiva gestione, dalle frodi e dalle irregolarità.

Il punto chiave è innovare la “cultura dei controlli” portando la pubblica amministrazione a seguire l’approccio e i concetti adottati nel settore privato; un esempio può essere l’elaborazione di un “testo unico del controllo interno e della governance delle amministrazioni pubbliche” per dare stimolo, supporto e significatività ad un atteggiamento finora assunto solo da alcuni dirigenti pubblici che amministrano i loro enti tra vincoli di tipo politico-strategico ed esigenze di tipo gestionale.

La creazione di una piattaforma comune a tutte le amministrazioni pubbliche permetterebbe di uniformare le funzioni di base del controllo interno di primo e secondo livello, lasciando all’ente la possibilità di gestire le complessità specifiche attraverso soluzioni organizzative ad hoc. Questo consentirebbe di minimizzare notevolmente il rischio di non corretta interpretazioni della normativa, evitando ambiguità sui significati e sui reali intenti del Legislatore, mettendo a sistema le esperienze finora realizzate dai vari enti.

Per arrivare a un maggiore coordinamento degli uffici preposti al controllo interno è necessario delimitarne competenze e responsabilità, eliminando le attività ridondanti; è inoltre auspicabile una maggiore condivisione delle informazioni tra gli organi di controllo interno ed esterno all’ente, implementando come già sottolineato più volte i sistemi informatici già esistenti, “obbligando” il personale, preferibilmente qualificato, ad utilizzarli.

Lo scopo è quello di stimolare la crescita della connettività ed una maggiore interazione tra gli enti con l’obiettivo di supportare il processo di crescita culturale del sistema pubblico favorendo lo scambio di informazioni e la condivisione delle problematiche comuni e delle soluzioni individuate, per tale motivo l’ausilio dei sistemi informativi ed informatici riveste un ruolo fondamentale.

È in questo scenario, certamente complesso, che deve originarsi la spinta al cambiamento concreto della gestione dell’ente pubblico.

Ad ogni modo il salto di qualità che oggi le amministrazioni pubbliche sono chiamate a compiere in un’ottica di implementazione del sistema dei controlli è quello di concentrarsi sulla principale risorsa in loro possesso “il fattore umano”, intesa come la principale risorsa capace di operare in un contesto di interazioni significative e molteplici finalizzate alla massimizzazione dei risultati. In tale ottica risulta necessario rivedere in un’ottica critica il ruolo di tutti i settori e comparti di cui l’azienda pubblica si compone e ridefinirne gli assetti in modo da realizzare una intensa e costante interazione con gli organo di controllo ed in particolare con la figurata dell’auditor interno.

Redigere un business plan: la value proposition e il budgeting

Business Plan 2020 Camera dei Talenti

di Dott. Domenico Merlino – Senior Partner Link Audit

Il Business Plan è uno strumento di gestione fondamentale per tutte le imprese e rappresenta un processo gestionale, che si può utilizzare per diverse finalità:

  • Fornire una guida strategica.
  • Valutare i punti di forza e debolezza e quindi individuare le strategie alternative praticabili.
  • Stabilire un benchmark sulla base del quale poter valutare le decisioni ed i risultati aziendali futuri.
  • Fornire le informazioni di base per costruire la struttura finanziaria di operazioni d’acquisizione.
  • Reperire finanziamenti sotto forma di credito o di capitale di rischio (Private Equity, IPO, altri finanziamenti).
  • Promuovere i rapporti con possibili partner in joint venture e con i più importanti clienti, fornitori e distributori.

Esistono diversi obiettivi che possono caratterizzare un Business Plan e innumerevoli circostanze esterne che possono presentarsi, non è quindi possibile proporre un modello standard.

L’azienda nel corso della sua esistenza attraversa normalmente varie fasi (l’avvio, lo sviluppo e la maturità).

Il passaggio ad una nuova fase, insieme ai cambiamenti collegati alle mutevoli condizioni del mercato, alle strategie aziendali in costante evoluzione ed ai risultati finanziari raggiunti, impone la necessità di aggiornare il Business Plan.

 

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